CAPITOLO 9: RAPPORTI SOCIALI

Taky, tutti lo sapevano, veniva dalla famosa famiglia dei taccagna in quanto il padre aveva sposato una cagna, ma era il suo vivere border line che lo rendeva interessante agli occhi di Gummy. Non certo il suo status, come quello che costantemente ostentavano gli aironi e gli struzzi, nelle loro vite vissute nel controllo, fatte di viaggi e di vacanze sempre con gli stessi amici e con le stesse formule anche in capo al mondo sempre con la puzza sotto il naso, immuni da debolezze e immagini squalificanti. Sempre coi loro perfetti accenti in ogni lingua straniera a parte quelle orientali che erano le uniche che interessavano a Gummy per la loro totale estraneità... Loro erano sempre a posto, con i programmi fatti e soprattutto la preoccupazione di non dire niente. Nè di interessante, nè di affettivo, nè di insultante, ma solo distaccante caso mai qualcuno li volesse usare, ricattare, sfruttare.

Tutte queste specie avevano carne buona, ma non erano simpatiche a Gummy. Anche se si sforzava di frequentarle, la loro ostinazione a fare solo cose utili e prevedibili lo sgomentava e lo rendeva incapace di comunicare con loro. Alla fine si creava sempre un leggero imbarazzo e dopo i primi, falsi ravvicinamenti dettati dal territorio comune, la saracinesca dell'incomunicabilità suggellava la fine del rapporto.

Non era stato così con Bertie, un cammello nobile e gay, molto conosciuto nello zoo per via dei nonni egiziani noti carovanieri del deserto.

Tutti lo rispettavano perché non faceva niente di eccessivo. Apparteneva alla storia infinita, col suo ruminare senza sosta e il suo sguardo abituato al deserto o al mare.

Bertie parlava solo di Blakie, il suo pipistrello di compagnia e dei drinks che beveva ma era un gran bravo cammello e il suo gruppo di Upupe e Topi era attraente. Uscivano solo la notte e si sà che la gente di notte è più sè stessa.

Peccato si drogavano parecchio e facevano molta fatica a comunicare fra di loro perché non avevano né argomenti, nè progetti comuni. Erano come inebetiti dai loro pensieri lasciati allo stato brado, non sostenuti dalla cultura che ormai si era incuneata nella vita di Gummy.

Al ristorante venivano presi da un'ansia incontrollabile e rosicchiavano tutto il pane, le candele e i tovagliolini di carta prima ancora dell'antipasto.

Spesso se ne andavano prima ancora di essere serviti, per l'incapacità di non avere niente da fare nè da dire.

In una di queste sere in cui erano entrati in collisione Gummy e Bertie avevano dovuto mangiare come pazzi per non inimicarsi i ristoratori che avevano preparato per una numerosa tavolata che si era dileguata con sbattito di ali e squittimenti ma inesorabilmente.

Una volta rimasti soli erano andati in una discoteca e lì Bertie si era scatenato perfino coi porcospini. Non l'aveva mai visto all'opera, ma questo gli aveva anche fatto capire la differenza fra di loro. Gummy quando faceva l'amore con Loovie spesso pensava a un amante precedente di Loovie e questo gli faceva venire una tale ansia che spesso interrompeva il rapporto. Loovie ci rimaneva male. A cosa servivano le calze a rete che si era comprata? La perversione di Gummy secondo Lovie era profonda, forse per questo lei se n'era andata forse per questo lui si era buttato sulle trote.

Gummy non voleva più esibirsi in rapporti sentimentali. Doveva conoscere se stesso. Quella sera con Bertie in caduta libera del desiderio, aveva capito per esempio di non essere gay.

Ne aveva parlato con la mantide che, malgrado la disapprovazione per la serata spesa malamente, aveva commentato: " Almeno è un punto di partenza per ricostruirsi un destino".

Nello stesso tempo gli aveva lanciato uno sguardo che non lasciava dubbi sul suo interesse sessuale. Naturalmente non era sfuggito a Gummy che ne era rimasto turbato. Una storia con lei non la voleva perchè sapeva che era una femmina fatale.

Era nota la storia di Matilde con la Rana che l'aveva traghettata al di là dello stagno e che per poco non si trasformava in tragedia perché Matilde a un metro dalla riva non potendo andare contro la sua natura distruttiva l'aveva punta ed insieme erano colate a picco. Per fortuna la corrente aveva trasportato le Trote ancora esauste dai bagordi notturni, proprio nell'area della tragedia.

A Matilde, snobbissima, aveva dato molto fastidio riemergere sulle squame di quelle mezzecalze delle Trote, ma aveva dovuto far buon viso a cattiva sorte perché tutto lo stagno si era schierato pro-Rana. Nella confusione lei aveva cercato di spiegare alle Trote la sua natura distruttiva che la faceva soffrire, ma poi aveva lasciato perdere di fronte allo sdegno generale e si era ritirata in muto riserbo conscia della sua superiorità in un mondo banale.

Anche se era affascinato dalla sua intelligenza Gummy, con l'istinto affiorante che lo guidava ormai verso la sopravvivenza, non poteva certo amarla e nemmeno illudersi di amarla.

Ma se non era gay, se le femmine fatali lo spaventavano, se gli amici si ritraevano per la sua diversità, dove avrebbe trovato la voglia di vivere per non estinguersi.