CAPITOLO 11: TAKY


Nell'attesa di qualcosa che neanche lui sapeva definire, Gummy era tornato al cortile e al supporto senza secondi fini di Taky, il suo amico tacchino che autenticamente gli voleva bene perchè era al di là del bene e del male.


Taky era un vero stratega della vita. Era come se vedesse il pianeta da una distanza

che armonizzava gli esseri umani e i loro sforzi di vivere in un unico corpo trascinato da una corrente che nessuno da solo poteva contrastare ma alla quale ci si poteva lasciare dolcemente andare, mano nella mano, in una infinita catena di solidarietà.

Ma tutti gli anelli erano importanti.

Taky non finiva mai di ripetere a Gummy che la persona più importante della sua vita era lui: Gummy. E' per questo doveva essere in grado di amministrare il suo tempo e non in balia di troppe richieste e persone. Questo non voleva dire egoismo, come lo definiva invece sua madre Chiquita, sempre a favore del senso di colpa e del senso del dovere. Secondo Taky quella di Chiquita era una mentalità vecchio stile dovuta a tempi in cui la gente era più generosa perchè faceva una vita meno stressante da tutti i punti di vista.

Per non eccedere nell'egoismo, la madre gli aveva suggerito anche di dedicare un po' del suo tempo ad aiutare gli altri, a pregare per elevare il suo spirito, e a oziare nei tempi morti perchè affiorassero alla sua coscienza le idee, non fosse altro che per inventare un suo personale stile di vita che non cozzasse col suo essere.

Su questo Taky era d'accordo: non doveva contrastare il suo istinto e le sue vere ispirazioni, glielo diceva da tempo ma ora doveva agire. Se pensava ancora a Lovie doveva fare in modo di lottare per superare le distanze dell'incomprensione. La paura del rifiuto non doveva essere più forte dell'amore e del progetto che li aveva uniti nel tempo trascorso insieme.

Perché le loro diversità, le nature solitarie che entrambi avevano un po' disincarnate e tendenti al sogno, non potevano essere due solitudini ben congegnate? Se qualcosa non aveva funzionato, se qualcosa di importante era stato escluso dalla loro relazione, forse bisognava inventare un nuovo stile di vita. Non è dal caos che l'artista dà vita a una nuova armonia?

I ragionamenti di Taky riempivano di dolcezza e di orgoglio Gummy che, ritrovando sé stesso, migliorava di giorno in giorno il suo rapporto con la vita e gli altri animali.

Gummy senza fatica si ritrovava ad eliminare progressivamente le abbondanze inquinate e inutili della sua vita. In ufficio lavorava intensamente e quasi non parlava più con i colleghi nelle pause per il caffè. Questo era troppo, aveva commentato Taky, che non vedeva nelle soluzioni drastiche un vero miglioramento verso l'armonia, verso le cose fatte con piacere, volentieri. Volentieri era un avverbio ormai sparito dai quotidiani di molti animali e Taky non voleva che il suo pupillo si arroccasse nelle regole anziché nelle emozioni.

Chi era chiuso alle emozioni se non il cattivo che le impediva anche agli altri? Le emozioni contenevano il bene e il male, il nuovo e il familiare, il piacere e la sospensione dal piacere. Per questo Taky era indulgente con i cambi di ritmo che Gummy si concedeva di tanto in tanto. Impedendosi questo, sarebbe caduto in altre ossessioni.

Gummy voleva bene a Taky. L'affetto era importante nella vita, funzionava per aiutare il mondo più di qualsiasi impedimento, anche se a volte aveva bisogno di uno schiaffo per farsi sentire. Le carezze da sole non erano credibili.

Le carezze di Taky erano queste: "La felicità è una decisione che stà a noi. Prendila." Gli aveva scritto ad esempio su un bigliettino accompagnato da un pensiero: un prodotto per il pelo, o per le unghie per potersi meglio grattare nel bagno turco che tanto gli dava piacere la sera tornando a casa dallo stress.

Gli insegnava anche tecniche per passare del tempo che non era né lavoro, né divertimenti, né rituali, quando l'ansia per qualcosa che andava storto non lo sorreggeva in questo cambio di vita. Tra queste tecniche, oltre al training autogeno, c'era quella semplice, di pronto intervento, di contare da 100 a 80 visualizzando ogni singolo numero. Questo esercizio di rilassamento avrebbe tolto l'impulsività alle decisioni prese sotto ansia che a volte cambiano in un attimo il destino. E purtroppo spesso in peggio.

Insisteva anche sull'importanza del procrastinare soprattutto quando non si sapeva in che direzione andare.

E allora sapere passare il tempo senza distruggersi senza la sensazione di dover uccidere ogni minuto anzi, migliorandosi, era vincente. Per Gummy abituato all'infernale cocktail di frenesia, senso di colpa, alcol, immagini da inseguire e doveri da compiere, a volte traduceva tutto questo in noia.

Avere un sacco di tempo libero evitando le manie o l'adrenalina come motore della vita era una novità.

Forse soffriva di più di quando le inutilità e le cattive abitudini gli tenevano compagnia. Ma ora cominciava a sentire l'ebbrezza del suo compito. Non si accontentava più di sentimenti illusori e di seconda mano: voleva pensare a quello che gli altri non avevano il tempo di pensare perché erano specie meno protette.

Tramite il suo diario cercava in modo segreto di comunicare la sua esperienza, i suoi tentativi, le sue strategie di vita. E questo lo aiutava a svegliarsi al mattino con entusiasmo. Ormai poteva pensare anche a Lovie, al modo di aiutarla, lei così fragile come le più preziose porcellane cinesi. Incapace di riconoscere e di bloccare la sua malattia che si sarebbe insinuata silenziosa come un veleno. Avevano vissuto l'amore in presenza e l'amore resisteva anche in assenza. L'avrebbe aiutata. La loro debolezza si sarebbe trasformata in forza anche se lei per ora non cedeva neanche un grammo del suo vizio. Forse in questo modo pensava di salvare sé stessa, ma la maschera le si stava sgretolando insieme al suo corpo e prima che si allontanasse troppo con l'ostinazione del suo gran rifiuto, Gummy voleva addormentarsi ancora contro le sue squamette blu e lì svegliarsi.

Sia lui che lei avevano accettato tante dipendenze. Perché non potevano accettare anche quella dell'amore?

Taky gli aveva insegnato ad accettare la fede dell'imprevedibile e forse nell'indifferenza agli eventi Gummy avrebbe trovato anche un sé perduto, magari meno attraente, ma più sano e speciale, un'energia libera dalla paura. E forse anche l'amore.